Omessa diagnosi tumorale: conseguente decesso del paziente

Il Caso: un uomo di soli 40 anni, insospettito dalla comparsa di una macchia sulla pelle, si recava da uno specialista in dermatologia per una visita di controllo.

Il Medico gli riferiva che si trattava di un semplice neo, prescrivendo un controllo a distanza di sei mesi.

In occasione del controllo, la formazione era cresciuta ma il Medico ribadiva la diagnosi svolta, fissando un successivo controllo, sempre a distanza di sei mesi.

La diagnosi veniva confermata anche in occasione del secondo controllo, nonostante la macchia/formazione fosse cresciuta in modo esponenziale e sebbene il paziente riferisse un significativo quadro di malessere.

Il paziente, visto lo scadere delle condizioni di salute, decideva di recarsi da un altro specialista per eseguire un controllo e, solo in quell’occasione, apprendeva che la formazione in questione era un melanoma che, purtroppo, aveva già determinato plurime metastasi.

Il paziente avviava il percorso di chemioterapia e relative cure palliative, con decesso a distanza di un anno.

La Responsabilità Sanitaria: i consulenti della Salus Malus, esaminata la documentazione sanitaria, hanno appurato che la patologia tumorale di cui era affetto il paziente poteva diagnosticarsi già in occasione della prima visita svolta dallo Specialista in Dermatologia, con concrete possibilità di guarigione tramite una procedura chirurgica circoscritta alla sola zona affetta dal tumore che, a quella data, non aveva ancora prodotto metastasi.

L’azione giudiziale ed il Risarcimento ottenuto: gli Avvocati della Salus Malus hanno agito in giudizio per provare il grave inadempimento del Sanitario, ottenendo per la famiglia del paziente il Risarcimento del danno patito, sia iure proprio (per la perdita del familiare) che iure hereditario (ossia il danno spettante al paziente deceduto).