Erronea Esecuzione dell’Intervento di Stabilizzazione

Il Caso: una giovane donna veniva sottoposta alla procedura di “stabilizzazione” della colonna vertebrale per curare un problema di instabilità conseguente ad un trauma.

A seguito dell’intervento, però, anziché migliorare le proprie condizioni di salute e riacquistare, quindi, mobilità, manifestava dolori costanti alla schiena e non riusciva a svolgere alcuna attività quotidiana (camminare/portare pesi/guidare/allenarsi); insomma il quadro clinico era nettamente peggiorato.

Nelle more, il Chirurgo – Agente, in occasione delle visite di controllo, riferiva che si trattava del regolare decorso post-operatorio, rinviando la paziente a controlli periodici e prescrivendo cure antidolorifiche.

A distanza di un anno dall’intervento, visto lo scadimento dello stato di salute, la paziente si rivolgeva ad altri specialisti che optarono per un secondo intervento, appurando – con grande stupore – che i mezzi di sintesi installati in occasione della prima operazione erano “rotti” e persino di dimensioni errate. Di qui, il dolore costante e l’incapacità di movimentazione.

L’azione giudiziale ed il Risarcimento ottenuto: gli Avvocati della Salus Malus, ricevuta la perizia dei consulenti medici ove si attestava l’erronea esecuzione della prima procedura chirurgica, hanno immediatamente avviato un procedimento giudiziale nei confronti della Struttura Sanitaria coinvolta e del Medico-Agente, al fine di accertarne la relativa responsabilità.

All’esito del giudizio, la paziente ha ottenuto il risarcimento di tutti i danni subiti e precisamente riferiti al periodo di inabilità conseguente all’intervento errato e all’ulteriore procedura emendante, ai postumi permanenti ed il rimborso delle spese mediche affrontate.