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I nostri casi
Nella presente sezione vengono ripercorsi, a titolo esemplificativo, alcuni dei casi gestiti dal nostro Team di Avvocati, con il supporto dei Consulenti Medico-Legali.
- Neonata muore a causa del ritardo nel taglio cesareo: condannati al risarcimento del danno la Struttura Ospedaliera ed il Medico.
Francesca (nome di fantasia) è una giovane donna di anni 26, giunta alla Sua 1° gravidanza: tutto normale durante i canonici 9 mesi e mai alcun problema. Tuttavia, nella fase di monitoraggio e di preparazione al parto, presso l’Ospedale, i Medici tardavano di oltre sei ore il taglio cesareo e ciò determinava l’aspirazione da parte della neonata del meconio, con conseguente decesso.
I genitori della piccola (lui impiegato e lei casalinga) non avrebbero potuto affrontare gli ingenti costi del Processo e delle Consulenze Mediche necessarie a dimostrare il terribile errore sanitario ed oggi, grazie al risarcimento ottenuto, hanno deciso di acquistare un immobile per il loro secondogenito, in ricordo della sorella prematuramente scomparsa.
- Signora di 52 anni muore per embolia polmonare a seguito di un intervento di chirurgia estetica: condanna del Medico e della Struttura al risarcimento in favore del coniuge superstite e dei figli.
La paziente si sottoponeva ad un intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva e nell’immediato post-operatorio presentava difficoltà respiratorie trascurate dai Sanitari, i quali prescrivevano trattamenti ansiolitici. Le condizioni cliniche peggioravano rapidamente, rendendo vano l’intervento dei Sanitari e conducendo la paziente al decesso.
Tale caso, purtroppo, evidenzia i rischi che si celano anche dietro un banale intervento di chirurgia plastica, con finalità meramente estetiche.
- Anziano muore per polmonite ab ingestis (inalazione di liquido gastrico), presso la Struttura Sanitaria ove era ricoverato, a causa dell’omessa e/o inadeguata assistenza sanitaria: condannata al risarcimento in favore della coniuge superstite e delle nipoti la Struttura coinvolta.
Il paziente era in fase di degenza a seguito di un banale intervento al femore, presso una Struttura Sanitaria e nonostante i ripetuti episodi di vomito non veniva adeguatamente assistito dal personale infermieristico che, violando i protocolli, ometteva di assicurarsi che il paziente fosse nella posizione di sicurezza anti inalazione.
A causa di tale grave inadempimento, in occasione di un ulteriore episodio di vomito, il paziente inalava il liquido gastrico, innescando un processo “a catena” che lo ha condotto alla morte.
Trattasi di un caso, purtroppo, molto frequente soprattutto nelle persone più anziane.
Il paziente non aveva figli e grazie al nostro intervento la moglie superstite, una signora anziana, ha potuto ottenere un risarcimento per garantirsi cure ed assistenza; anche le nipoti, molto affezionate allo zio, hanno ottenuto un risarcimento per il danno subito a causa della perdita.
- Signora, affetta da un tumore ai reni, muore a causa di terapie e trattamenti post-operatori inadeguati: condannati Medici e Struttura.
La paziente, una signora di cinquant’anni, veniva operata presso una Struttura del Sud Italia per un tumore ai reni; nel post operatorio emergeva una complicanza, affrontata in modo errato e inadeguato dai sanitari, innescando così un peggioramento repentino delle condizioni di salute della paziente, sino all’inevitabile decesso.
I familiari della vittima non potevano sostenere i costi necessari per un’azione legale nei confronti della Struttura Sanitaria e, tramite il supporto dei nostri Esperti, oggi sono riusciti ad ottenere un adeguato risarcimento, utile anche a sopperire all’assenza dei redditi di lavoro prodotti dalla Signora deceduta.
- Ragazza riporta seri problemi funzionali a seguito di un intervento di mastoplastica additiva (chirurgia estetica al seno).
La paziente veniva sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica (Mastoplastica Additiva) presso una nota Struttura Sanitaria e per mano di un altrettanto noto chirurgo, riportando una grave infezione post-operatoria, non diagnosticata.
A causa di ciò, la paziente si è dovuta sottoporre ad un ulteriore intervento per la rimozione forzata della protesi neo installata, subendo al contempo un problema di tipo funzionale permanente, oltre ad ovvi problemi di relazione di coppia con il marito.
Tale caso è utile per far comprendere i possibili esiti negativi di un’azione chirurgica di tipo estetico, ove eseguita in violazione dei protocolli e delle procedure di cura post-intervento.
- Paziente viene sottoposto ad una procedura chirurgica inutile a causa di un’erronea diagnosi.
Il paziente si sottoponeva ad una biopsia prostatica presso una Struttura Sanitaria che, poi, affidava ad un Laboratorio Esterno il relativo esame istologico.
L’esito di tale Esame rilevava la presenza di cellule tumorali e, perciò, il paziente veniva immediatamente operato con relativa asportazione dell’organo interessato; tuttavia, dall’esame del materiale asportato non emergeva alcuna traccia tumorale ed anzi il referto dell’Esame Istologico pre-operatorio risultava del tutto smentito.
In questo caso, l’azione è stata avviata nei confronti della Struttura Sanitaria che risponde per legge, nei confronti del paziente danneggiato, dell’errore commesso dal Laboratorio Esterno, a cui ha demandato l’esame istologico.
- Paziente riporta danni permanenti a seguito di un errato intervento di prostatectomia: condannato il Chirurgo-Agente.
Il paziente veniva sottoposto ad un intervento di prostatectomia per curare un adenocarcinoma alla prostata ed il Chirurgo-Agente, contrariamente alle Linee Guida inerenti la procedura di tale operazione, ometteva di svolgere un passaggio obbligatorio (precisamente denominato linfoadenectomia).
A causa di ciò, il paziente riportava un problema funzionale che determina incontinenza urinaria.
Tale esito non è più emendabile e, pertanto, il risarcimento ottenuto dal paziente è necessario a garantirgli cure ed assistenza.
- Signora operata alla colonna lombosacrale riporta una grave lesione a causa dell’erronea esecuzione dell’intervento.
La paziente viene sottoposta ad un intervento di stabilizzazione della colonna lombosacrale presso una Struttura Sanitaria del sud Italia ed il Chirurgo-Agente, nell’eseguire la procedura, ha posizionato erroneamente gli impianti.
A causa di tale errore, dopo l’intervento, la paziente ha riportato un grave problema di mobilità, dovendosi sottoporre ad un ulteriore operazione “correttiva” e ad un lungo periodo di fisioterapia.
Il risarcimento ottenuto, quindi, è stato adoperato in parte per le cure successive ed utili alla risoluzione della problematica.

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